Focus Palestina – “Mezzaterra” di Ahdaf Soueif

Focus Palestina è una rubrica della newsletter mensile di Mis(S)conosciute – Scrittrici (e altre cose) tra parentesi dedicata alla letteratura palestinese. In collaborazione con Oriental Book Club ogni mese raccontiamo una scrittrice palestinese da scoprire. 

Durante telefonate difficoltose, via fax o per email, ho chiesto ai Palestinesi, come vedete il futuro?

“Le mie poesie, ora,” dice Mourid Barghouti, “sembrano essere tutte sulla morte. D’altra parte, metà dei numeri della mia rubrica telefonica non rispondono più.”

“Terrore e distruzione” risponde Liana Badr, “e morte da entrambe le parti fino a quando Israele non la smetterà di pensare in termini militari. Fino a quando non diventeranno davvero democratici: non solo tra di loro ma con tutti”. 

Hassan Khader non è ottimista: “Probabilmente un palese sistema di apartheid che continuerà per anni. Ma divorerà l’anima dello stato di Israele”.


Questo brano è tratto  dalla raccolta di saggi e articoli “Mezzaterra- Fragments from  the common ground” di Ahdaf Soueif, pubblicato nel 2004, in cui l’autrice anglo-egiziana raccoglie testi di vario tipo scritti  tra gli anni ‘80 e gli anni 2000,  uniti dal fil rouge tematico  dello scontro/incontro tra civiltà  in una Mezzaterra potenzialmente fertile ma purtroppo spesso  solo teatro di violenza insensata.

Molti sono gli articoli a sfondo politico  (raccolti nella prima parte del libro) in cui l’autrice in veste di osservatrice e giornalista, analizza la situazione del conflitto arabo-palestinese nella Storia e negli anni della seconda Intifada, le posizioni dei diretti interessati dal conflitto, con una riflessione profonda e fondamentale sull’identità, sulla libertà, sul ruolo della letteratura, della narrativa e della rappresentazione dei fatti attraverso il linguaggio, che è depositario di potere e responsabilità.

Sono pagine che fanno male e che nonostante i decenni trascorsi risultano ancora attuali e al passo con ciò che sta accadendo proprio in questi giorni nei territori palestinesi.

La seconda parte del libro è una raccolta di scritti letterari, di recensioni di libri di autori e autrici (tra i quali Nawal el-Sa’dawi, Oriana Fallaci, Fatima Mernissi, Edward Said, per citarne alcuni) che si chiude con un approfondimento dedicato agli scrittori palestinesi e con alcune pagine in cui “Scrittori palestinesi rispondono a citazioni di scrittori israeliani”

Ahdaf Soueif, già protagonista del primo episodio del nostro podcast Mis(S)conosciute – Scrittrici tra parentesi è in grado di collegare piccoli fatti, piccole cose a categorie universali, tentando, nel caos, di sbrogliare una matassa ingarbugliata ma che possa contenere in sé una possibile soluzione, animata di speranza: quella della creazione di una Mezzaterra, uno spazio comune che è quello della civiltà, in cui le differenze sono una ricchezza e non la causa di un conflitto, in cui la molteplicità di differenze è motore di civilizzazione e non di distruzione.  

Mezzaterra è una raccolta brillante, drammaticamente attuale, pur a 20 anni dalla sua pubblicazione, e utilissima per leggere i fatti di oggi attraverso la lente di ingrandimento di una scrittrice, intellettuale, attivista, giornalista e saggista profondamente legata la territorio palestinese e ai suoi abitanti. 

Immagini: The Palestinian Museum Digital Archive

Nel 2008 Ahdaf Soueif ha fondato  il Palestine Festival of Literature,  meglio noto con il nickname PalFest:  un festival letterario diffuso,  un’iniziativa culturale impegnata  nella creazione di linguaggi e idee per combattere il colonialismo  nel 21esimo secolo. 

Il PalFest combatte con le armi  della cultura e della letteratura l’occupazione israeliana, fisica e mentale, della Palestina. 

Immagini: The Palestinian Museum Digital Archive

L’iniziativa tenta di infrangere l’assedio culturale imposto dall’occupazione militare israeliana tessendo fili artistici con il resto del mondo, per riaffermare, usando le parole di Edward Said , “il potere della cultura sulla cultura del potere”. 

Immagini: The Palestinian Museum Digital Archive

In Palestina ogni situazione in cui ci si ritrova è stratificata. Niente, nemmeno la più piccola cosa è esente dall’occupazione, dai suoi strumenti e dalle sue conseguenze. In un solo colpo d’occhio si osservano le schiere di aggraziate case palestinesi di inizio ‘900, i campi profughi palestinesi allestiti nel 1948, ora solidi e radicati, e i nuovi insediamenti israeliani irti in cima alle colline, in attesa. Simultaneamente si osservano le terrazze rocciose e i secoli che sono stati necessari per renderle feconde, il muro israeliano che separa i campi dai contadini e la strada per gli insediamenti che taglia il cielo su di esse, i cui piloni di cemento scavano in profondità nella terra”

Mezzaterra, 2004

Immagini: The Palestinian Museum Digital Archive

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